Sistemi anticollisione

By eugenio saraceno, 2012/03/04

In questo post sono descritte alcune soluzioni allo studio per la prevenzione delle collisioni tra kite e velivoli negli spazi aerei interessati dalla presenza di Kite Farm.

La soluzione più semplice è l’istituzione di una zona interdetta al volo (P-Zone) Prassi comune per impianti pericolosi quali centrali atomiche e petrolchimici. Una tipica area P (Prohibited), dove il volo è totalmente interdetto e il rischio tendenzialmente nullo, ha una altezza di 5.000 piedi dal suolo (1.524 m) e un raggio di almeno 1 miglio nautico (1.852 m); il cilindro risultante ha quindi un volume di 16,4 km³ e conterrebbe agevolmente una wind farm.  E’anche la soluzione preferita dalle autorità di assistenza al volo italiane, le quali sono le principali attrici del processo autorizzativo per l’istituzione di P-Zone.  Altre tipologie di spazi aerei sottoposti a vincoli sono le zone R (Restricted) o D (Dangerous).  Le autorità preposte aggiornano costantemente le mappe degli spazi aerei e sono in grado di stabilire motivatamente, a seguito di opportune valutazioni, se in una data area è  ammissibile restringere o meno il traffico aereo.   L’imposizione di vincoli e proibizioni può sempre generare malcontento nelle categorie interessate, ma in tal caso si tratta di garantire in primo luogo la sicurezza di questi soggetti e degli aeromobili circolanti alle quote interessate dalle kite farm, inoltre è necessario considerare che le potenzialità di  produzione di energia elettrica degli impianti eolici d’alta quota sono un beneficio per la collettività molto superiore alla libertà di circolare con velivoli comunque e dovunque.   Considerando che la quota massima di 1500-2000 m presumibilmente ammissibile per le operazioni di produzione di energia elettrica almeno per le prime realtà produttive, non impedisce la circolazione dei voli di linea, che transitano a quote molto maggiori eccetto durante le manovre di atterraggio (pertanto è estremamente improbabile ottenere restrizioni nei corridoi di avvicinamento agli aeroporti) i soggetti interessati dai divieti si ridurrebbero ai velivoli ultraleggeri o agli elicotteri.

I divieti non sono l’unica soluzione, le tecnologie radar, unitamente alla capacità del sistema di controllo KiteGen di conoscere l’esatta posizione delle vele in ogni istante, permetterebbero infatti di consentire la circolazione di velivoli anche nello spazio aereo interessato alla produzione energetica.      Una soluzione senza necessità di aree proibite prevede che le vele vengano rese visibili ai radar (radarabili), mediante incorporazione di anime metalliche, consentendo ad un ente di controllo di rilevare possibili collisioni e notificarle tempestivamente al centro di controllo della kite-farm, la quale immediatamente manovra i kite allontanandoli dalla rotta di collisione.  In caso di necessità tutte le ali possono essere riportate a terra in circa 2 minuti.

I kite potrebbero anche essere omologati come aeromobili vincolati.  In tal caso i kite sarebbero dotati di transponder che comunicano la posizione e la velocità durante il volo. Ciò permette di omologarli quali velivoli radarabili in primario e secondario. In situazioni per cui lo spazio aereo della farm debba essere attraversato, la torre di controllo della regione aerea di pertinenza potrà conoscere esattamente le posizioni dei kite in rotta di collisione e comunicare al centro di gestione di questi ultimi un ordine di allontanamento immediato. Il tempo di rientro dei profili alari è dell’ordine del minuto, pertanto compatibile con qualsiasi situazione di emergenza con preavviso anche di pochi minuti.  La sicurezza della comunicazione di emergenza da torre a centro di gestione farm può essere garantita ridondando i canali di comunicazione utilizzati per veicolarla e dalla presenza di un sistema (ridondato anch’esso) che possa ricevere i segnali di emergenza ed avviare automaticamente la procedura di rientro.

Infine il sistema di gestione della farm potrebbe avere un proprio sistema di rilevazione e risoluzione delle intrusioni nello spazio aereo dell’impianto, basandosi sull’elaborazione di dati radar provenienti da una torre di controllo o da una propria apparecchiatura radar.   La sorveglianza radar potrebbe rilevare e prevenire anche l’impatto dei kite con stormi di uccelli migratori

3 Responses to “Sistemi anticollisione”

  1. Paolo Moretti says:

    Non so se ne avete già parlato – nel caso mi scuso – ma cosa avviene al kite in caso di pioggia, neve o grandine? E’ costretto a tornare a terra?

  2. eugenio saraceno says:

    La pioggia non è un problema, nemmeno la grandine se non in casi rari di chicchi molto grandi.
    In casi di fenomeni meteo estremi (ma anche molto rari) come uragani e trombe d’aria in generale è opportuno ritirare le vele a terra per evitare danni. Il danno economico della mancata produzione è infatti limitato a poche ore di fermo all’anno ed è quindi inferiore al danno che potrebbe essere subito dal kite.

  3. Mario M says:

    Ritengo che una sorveglianza radar in loco sia necessaria, perché chi fa volo amatoriale a vista con gli ultraleggeri può non rispettare, dolosamente o colpevolmente, le no fly zone, e non credo che le stazioni radar esistenti coprano le manovre degli ultraleggeri. Tra l’altro la segnatura radar di un ultraleggero può essre inferiore a quello di uno stormo di uccelli. Cercherò di informarmi…

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