Incontro sul tema KiteGen ad Alessandria

By eugenio saraceno, 2012/06/07

Di Marcello Corongiu

Venerdì 8 Giugno alle 17.30 ad Alessandria, presso l’Aula Magna del Liceo Classico “G. Plana”, P.za Matteotti 29, Marcello Corongiu e Giacomo Torrente – nel contesto di un incontro promosso dall’Associazione PIGRECO e dall’Associazione Alta Quota – presentano la tecnologia KiteGen, un rivoluzionario generatore eolico per la produzione di energia pulita a basso costo e con il minimo impatto ambientale.

Energia-civiltà: una relazione indissolubile

Nel mondo ogni anno viene consumata energia pari a 12 miliardi di tonnellate di petrolio. Questa immensa – e difficilmente immaginabile – quantità di energia è circa pari a quella che il genere umano ha consumato nei suoi primi 200 mila anni di storia ed è, per più di tre quarti, prodotta da tre sole fonti: petrolio, carbone e gas. È grazie a questa immensa disponibilità di energia, il cui sfruttamento ha avuto inizio in modo significativo a partire dalla seconda metà del 18° secolo, che l’uomo ha potuto, affrancarsi in una certa misura dalla fame e dalla malattia, costruire megalopoli, viaggiare, nutrire 7 miliardi di individui, dominare il pianeta…

Tuttavia è questo un quadro la cui insostenibilità si mostra oggi in modo sempre più evidente, non solo per il carico ambientale ed i mutamenti strutturali sul clima e sugli ecosistemi, ma anche per le tensioni che il progressivo ridursi della accessibilità dei combustibili fossili esercita sulle economie, sui debiti degli Stati, sulla vita di tutti.

Il passaggio ad una civiltà basata sull’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili non è solo una cosa auspicabile ma necessaria e deve essere realizzata in tempi brevi. Il mercato delle fonti rinnovabili, fino ad oggi trainato dalle politiche pubbliche di incentivazione, a breve si espanderà – indipendentemente da esse – ma solo nella misura in cui esista una tecnologia in grado di sostituire in efficienza ed economicità, i combustibili fossili. L’alternativa è un progressivo, inevitabile, profondo e non indolore mutamento delle abitudini di vita e di consumo di ciascuno, soprattutto nei Paesi più industrializzati.

KiteGen può rappresentare una reale alternativa al declino e per questo ha già raccolto interesse in Cina, Australia, Canada, Polonia, Corea, Giappone ed in numerosi altri Paesi.

Il progetto è stato oggetto di innumerevoli valutazioni tecnico scientifiche e di “peer review”. Le fonti più autorevoli ne hanno di fatto attestato la validità su un piano globale. L’ENI Award conferito per una tesi di PhD sul KiteGen, il lavoro realizzato da CESI Ricerca sull’eolico d’alta quota, i riconoscimenti della NASA e di altri attori di primo piano nel panorama della ricerca nel settore energetico, le decine di tesi di laurea e di PhD volte ad analizzare il sistema nelle sue premesse e nelle sue componenti, il numero di nuovi soggetti internazionali che settimanalmente si affacciano nel settore della generazione eolica di altitudine, sono prove significative e reiterate della bontà del progetto, che è stato illustrato sulla stampa di ogni Paese: Scientific American, Nature, La Stampa, Il Sole 24 Ore sono solo alcune tra le centinaia di testate che hanno parlato del KiteGen, oltre alle numerose televisioni italiane, francesi, tedesche, svizzere, giapponesi, coreane, ecc.

Il progetto ha inoltre partecipato a numerosi bandi nazionali ed europei ottenendo valutazioni eccellenti ed è stato inoltre sostenuto dalla Commissione Europea, che ha finanziato la realizzazione di un generatore per uso a bordo delle navi (www.kitves.com).

La tecnologia KiteGen, che è nata e si è sviluppata in Piemonte, è tutelata da un patrimonio di 22 brevetti e per molti di questi 120 estensioni in tutto il mondo. Già nel 2006 KiteGen testava un prototipo funzionante da 40 kW nell’aeroporto di Casale Monferrato, generando energia con un ala in volo a circa 1000 metri di altezza e stabilendo un vantaggio di almeno 5 anni sui competitor più quotati a livello mondiale e costituendo oggi l’esperienza più avanzata su una frontiera potenzialmente determinante per l’intera umanità. Un esperienza che vorremmo, se le condizioni ce lo permetteranno, continuare a mantenere nel nostro Paese, trasformandola nel contributo italiano alla soluzione dei problemi energetici e climatici del mondo.

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