KiteGen, la vicenda Alcoa e Nature Climate Change

By stekgr, 2012/09/10

Ieri è uscito Nature Climate Change con un articolo che finalmente ri-conferma l’immenso giacimento di energia rappresentato dal vento troposferico, l’Italia è sorvolata da un flusso dal quale si potrebbe facilmente estrarre 1 TW continuo di potenza, ovvero oltre 8000 TWh di energia annui.

I quali, trasformati prosaicamente in denaro, equivarrebbero ad una produzione netta di ricchezza puramente endogena all’interno del territorio italiano stimabile in 800 miliardi di euro l’anno….  13000 euro/anno procapite!!

Dovrebbe essere ovvio, quindi il legame di attualità tra Nature, Alcoa e KiteGen, in quanto si tratta di tanta energia e a basso costo.

Quale originario del Sulcis Iglesiente ci tenevo a condividere questa riflessione, e pubblicare le comunicazioni spedite da KiteGen agli organi governativi e non, impegnati in queste ore sulla questione Alcoa.

Se comprese, sarebbero una soluzione ai problemi endemici di lavoro ed occupazione della mia terra.

Se attuate, creerebbero le risorse ed il “giro” economico per favorire il ripristino ambientale dalle molte devastazioni e costituirebbero una vetrina di sostenibilità che gioverebbe all’immagine di questa bellissima terra. Mentre a livello nazionale, sgraverebbero la collettività da un’altro miliardo di euro come quello già elargito ad Alcoa negli ultimi 15 anni.

Mi scuso con i destinatari per pubblicare online tali lettere, potrebbe apparire una forzatura ma altre volte tali comunicazioni, sfortunatamente non ottengono riscontro.

Stefano

KiteGen – ALCOA, come atto di informazione dovuto ed irrinunciabile.pdf

Stabilimento Alcoa di Portovesme – interesse acquisizione.pdf

34 Responses to “KiteGen, la vicenda Alcoa e Nature Climate Change”

  1. Grande Stefano … Visto in TV lo scempio e altro peggio è “in silenzio” tipo Porto Torres etc. …
    In bocca al lupo.
    Ciao. R

  2. roberto d says:

    Bravo stefano, pensa che oggi a rai news 24, al tg delle 9 hanno detto: e poi c’è un terzo gruppo interessato ad alcoa, i piemontesi della kitegen!

    Certo che il governo dovrebbe pensare seriamente a sganciare un po di milioni adesso per garantire un futuro produttivo e pulito al sito piuttosto che darla in mano a chi adesso porta un po di soldi per poi vivacchiare di interventi pubblici nei prossimi anni, come successo regolarmente

  3. Marco B. says:

    Si è apparso anche sul sole24ore, e poi molti articoli su vari giornali.

    Devo dire che il piano mi sembra molto ambizioso, ma sicuramente sapete quello che state facendo, sono molto curioso di seguire gli sviluppi.

    In bocca al lupo.

  4. Roberto M says:

    Oh beh…credo che sarebbe la prima volta da moooolto tempo che l’Italia risolve una situazione del genere puntando sull’innovazione!
    Speriamo bene…per tutti noi!

  5. rbarba says:

    Ottima mossa.
    Se Regione Sardegna e governo italiano si impegnano a rimuovere gli ostacoli burocratico-amministrativi io sono pronto a diventare un vostro piccolo azionista

    “Let’s go fly a kite”!

  6. Bibi says:

    Salve, potete indicativamente darmi un’idea della densità energetica della tecnologia KiteGen? Per km^2 in media quanta energia si riesce a ricavare?

  7. Antonello says:

    Ottimo. Spero proprio che di riesca a risolvere con questa logica i problemi. Questa è l’italia che vorrei e questi sono gli italiani di cui andare fieri. Purtroppo non ripongo stessa fiducia nel presidente della regione sardegna.

  8. Stefano F says:

    E’ un po’ di tempo che mi interesso ai vs. progressi e, se davvero siete pronti, questa è una grande occasione per Cambiare qualcosa in questo ns. Paese.

  9. Marco says:

    Ma e’ veramente utile illudere gli operai con queste operazioni di immagine che hanno una operativita’ a breve assoluttamente nulla?

  10. Funz says:

    Marco: cosa intendi per operatività a breve nulla?
    Leggiti le tempistiche e gli investimenti nella lettera linkata in alto.

    http://kitegen.com/docs/KiteGen%20&%20Alcoa/Alcoa%2010-9-12MP.pdf

  11. stekgr says:

    Buongiorno a tutti e grazie del sostegno:

    Come avete visto nelle ultime ore molti canali di informazione si sono mossi per fare luce sui dettagli della proposta KiteGen. A riguardo verrà pubblicato a breve un post di Massimo Ippolito.

    Oltre a questo vorrei condividere alcuni delle decine di articoli scritti in queste ore sulla vicenda:

    Il primo è un articolo di Francesca Mancuso che riassume bene i dettagli base dell’offerta e le opportunità
    http://www.greenme.it/informarsi/green-economy/8526-alcoa-kitegen

    Il secondo è un’intervista integrale a Massimo Ippolito che risponde dettagliatamente a le sacrosante domande che chiunque interessato alla tecnologia KiteGen deve porsi
    http://affaritaliani.libero.it/rubriche/pillole_plef/energia-eolica130912.html

    Il terzo è un breve articolo nel quale l’autore (maria) pone un’interssante riflessione alla finora unica risposta del Ministero dello Sviluppo sulla proposta.
    http://blogeko.iljournal.it/2012/salvare-lalcoa-con-leolico-il-ministero-per-lo-sviluppo-economico-arriccia-il-naso/70551

    Buona Lettura

  12. Fabio Gianolla says:

    Seguo le vicende del kitegen dal 2007.
    Spero veramente che venga almeno presa in considerazione la proposta di Massimo Ippolito.
    Se necessario farei addirittura partire una petizione online per porre l’attenzione sull’argomento da parte del governo e dei media.
    Non vedo l’ora di sentire notizie nei canali primari sull’argomento.

  13. Alessio says:

    la tecnologia mi sembra molto interessante, mi permetto di fare una critica nell’approccio al problema. La gestione di un impianto come quello di portovesme necessità di una marea di soldi (70-90 M€/anno) e sopratutto no ci si improvvisa nel settore dell’alluminio, questo per dire che vi sareste dovuti limitare a potrorvi come partner tecnologico per la realizzazione della centrale sareste stati presi piu seriamente. A parte questo (io lavoro a Portovesme) il mio dubbio è se la tecnologia è veramente matura, e se così fosse cosa si puo fare per convincere il governo o la regione asardegna a prendervi sul serio. Nello specifico sareste disposti a realizzare la prima trance (quella da 5M€) disposti a rinunciare al vostro guadagno qualora non riusciste a dimostrare che il porgetto è sostenibile? Secondo me presentandovi così togliereste l’alibi a quelli che non credono nella vostra tecnologia e dimostrereste che la frase in cui dite che dopo 14 mesi sarà possibile dimostrare con risultati incontrovertibili non è stata scritta con leggerezza

  14. Massimo Ippolito says:

    Caro Alessio,
    la nostra proposta ha l’enorme forza di essere l’unica speranza, decisamente non ci sono altre opportunità.
    I conti economici della azienda Alcoa me li sono fatti quindi so di cosa si tratta, ma dirò di più con Alcoa-Kitegen si gioca la tenuta di tutta l’Europa.

    Io ho iniziato il progetto KiteGen non perchè mi piacesse il progetto ma per dovere, essendo matematicamente certo e consapevole di come sarebbero procedute le vicende economiche recenti, e sono ancora più sicuro di come procederanno.

    KiteGen è all’interno di un concetto economico cosiddetto non ortodosso, ma è l’unico presidio che ci può riportare alla civiltà. Si tratta di un’analisi approfondita della questione energetica e socioeconomica da me fatta quasi 10 anni fà che mi ha spronato a cercare ed iniziare KiteGen, e da allora sta capitando tutto ciò che era già prevedibile.

    l’unica cosa non prevedibile e che ancora ora il potere ed il diritto di parola su queste questioni cè l’hanno coloro che non hanno ancora capito nulla, e che tutti noi li lasciamo parlare senza contradittorio.

    Quando il ministro Monti spiega ai sindacati che bisogna ridurre il costo del lavoro ed aumentare la produttività, io capisco che l’Italia è come un autobus con il conducente che non ha la patente e non ha nessuna idea di come lo si guidi.

    Quando la Camusso come risposta chiede che si detassino le tredicesime, mi cascano le braccia.

    Quando un certo Stefano Firpo, che conosco e non apprezzo, e che è nel gabinetto di Passera a gestisce il rilancio del petrolio italiano io vorrei scendere dal pianeta.

    Quando Passera imposta il carbon capture and storage nel Sulcis parlando di cifre miliardarie ed inutili, sprofonderei per la vergogna al posto suo.

    Ma caro Alessio, tu ti stai preoccupando solo della mia credibilità, forse perche non ti è chiaro cosa rappresentano veramente e nel dettaglio ideologico e numerico le operazioni appena descritte.

    Se mi permetti non mi sento assolutamente inadeguato di fronte a queste scemenze colossali, sono l’ulteriore prova provata che il KiteGen è l’unica soluzione.

    Anzichè proporre critiche sarebbe meglio seguire tutto il percorso logico che mi ha portato verso questa azione, tutte le persone più raziocinanti che conosco si sono complimentate e mi hanno chiesto di andare fino in fondo, poichè ne va del futuro di ciascuno.

    Tornando all’inezia Alcoa

    L’Alcoa non ha nessuna possibilità a breve se non diventa un laboratorio di sostenibilità, i fondi per l’innovazione ci sono e sono in Europa, per continuare gli aiuti di stato invece non ci sono anzi sono in mora per 300M€.

    L’alluminio è sceso a 1,8$ ed ora permetterebbe un fatturato di solo 200M€, mancano all’appello altri 100 M€.
    i cinesi hanno stoccato 900000 ton di alluminio che non sanno a chi vendere, insomma è una situazione impossibile.

    Anche in Europa si brancola nel buio siamo alla schizzofrenia più completa, ci sono i documenti istituzionali che condannano senza appello il CCS ma vengono stanziati miliardi per provarci. Perchè non hanno altro.

    La grande reazione mediatica di KiteGen-Alcoa è andata avanti non perchè ho ventilato la proposta di acquisto ma perchè sono in molti ad intuire che è la soluzione globale, ripeto l’unica.

  15. Stefano says:

    Quello che mi fa i****zzare di più è che si parla continuamente di Alcoa (lo stanno facendo in questo momento su la 7) e non c’è un solo accenno a questa (ed unica) soluzione di Kitegen. Mi domando se stiano facendo finta di discutere e litigare, oppure sono completamente disinformati.

  16. marco b. says:

    Ho guardato anche io la trasmissione e ho fatto la stessa riflessione…

  17. Paolo Moretti says:

    E’ triste dirlo, ma pare proprio che senza un “patrocinio politico” non si vada da nessuna parte.

  18. Alessio says:

    Massimo,
    mi dispiace che te la sia presa .. ma permettimi di chiarire che io credo nella potenzialità della vostra tecnologia, sinceramente non ho elementi per capire se è veramente matura, vorrei veramente che chi deve decidere non abbia alibi e si convinca almeno a provare a realizzare il primo step che consentirebbe di dimostrare la sostenibilità della vostra proposta, detto questo non prendertela ma la gestione di un impianto di alluminio non si improvvisa e serve un capitale da far girare abbastanza rilevante, magari mi sfugge qualcosa sinceramente non credevo che Kitegen avesse tutto quel capitale da mettere sullo stabilimento per garantirne l’operatività … per inciso spero che questo progetto si realizzi non solo per lo stabilimento di Portovemse ma anche perchè vorrebbe dire liberare l’italia dalla dipendenza energetica verso l’esterno.

  19. Antonio S. says:

    Caro Massimo,
    vi auguro sinceramente che riusciate nell’impresa anche se mi rendo conto che dover discutere con chi si sta preoccupando di mandare avanti il folle progetto della centrale a carbone del nuraxi figus non sia un buon presupposto.
    Quanto a problemi di natura tecnica vorrei chiederti se è stata fatta una valutazione sull’impatto che avrebbero 450 MW di eolico sulla rete sarda per quanto riguarda le problematiche di regolazione primaria e secondaria.
    Inoltre, vorrei chiederti se è disponibile una stima sulla disponibilità del vento di alta quota durante l’arco dell’anno nel sito in questione. Sono sardo e posso confermare che qui il vento quando soffia si fa sentire però, come ovvio, ci sono periodi in cui anche il vento scarseggia. Ti chiedo questo perché nel caso di mancata produzione dall’eolico d’alta quota, l’energia necessaria dovrebbe essere prodotta da gruppi termici di backup con problematiche e costi molto elevati.
    Quanto la produzione di energia da eolico d’alta quota può, in definitiva, considerarsi svincolata da quella dei gruppi termici?
    Ti ringrazio in anticipo e ti auguro un sincero “in bocca al lupo”!

    Antonio.

  20. nickvandeerpeers says:

    At Alessio e tutti; il problema sul credere o no nel progetto sta principalmente alla mancanza della cultura scientifica principalmente nel nostro paese ed a livello mondiale.
    L’esperienza sul campo sul come realizzare idee e progetti si sta perdendo negli ultimi 30-40 anni; gli ingegneri della NASA che portarono l’uomo sulla luna avevano in media 23-35 anni; oggigiorno chi lavora in questi settori non ha meno di 45-55 anni! Siamo abituati a nuovi prodotti perfetti ed efficienti sfornati a ritmi incredibili ma che sono solo riedizioni di progetti precedenti perfezionati.
    Basta aver maneggiato un parapendio o un aquilone con lo stesso profilo alare del kitegen per sapere che la forza di tiro c’è !
    Mancano le vere innovazioni come questa del kite-gen che se avesse successo davvero stravolgerebbe gli equilibri mondiali!
    Mi piacerebbe che Ippolito si aprisse a una pubblica sottoscrizione anche solo per trovare i soldi da mettere in Alcoa, in fin dei conti fino a ora con l’energia agevolata che il governo ha concesso ci abbiamo rimesso fin troppo e tutti sapevano che sarebbe andata a finire cosi.
    Non pensate che la situazione nelle altre acciaierie e ferriere sia tanto diverse!!!
    Bisogna saper sognare e alla chiamata delle armi partecipare!

  21. eugenio saraceno says:

    @Antonio
    la tecnologia kitegen ha poco a che vedere con l’eolico tradizionale per quanto riguarda le specifiche di imissione in rete. Il vento d’alta quota è molto più costante di quello a bassa quota che pure in Sardegna è molto favorevole. In particolare sul Sud della Sardegna è presente ad alta quota un vento tale che riteniamo di poter superare le 4-5000 ore, un tasso di disponibilità simile a quello delle centrali termoelettriche. Realizzando più farm ad opportuna distanza aumenta il numero di ore di disponibilità per una caratteristica peculiare del vento d’alta quota che, data un area dal raggio di alcune centinaia di km intorno ad una farm, ha una probabilità molto alta di soffiare all’interno del perimetro anche se il centro si trova in bonaccia. Sappiamo che la rete sarda ha i suoi problemi ad allacciare l’eolico, anche se il recente potenziamento del sapei ha migliorato la situazione, ma i 450 MW di kitegen non equivarrebbero affatto a 450 MW di eolico tradizionale in quanto verrebbe meno la caratteristica intermittenza di quest’ultimo. Abbiamo recentemente presentato la soluzione tecnologica che utilizzeremo per rendere uniforme la produzione delle farm kitegen al RSE (ex CESI ricerca) che ci ha proposto di effettuare delle simulazioni presso i loro laboratori per validarla. Ritengo che l’allaccio di 450 MW di KiteGen potrebbe comportare lo spegnimento di un gruppo a carbone di 360 MW per mantenere l’equilibrio della rete in mancanza di un ulteriore potenziamento delle linee per l’esportazione,

  22. Alessio says:

    @nickvandeerpeers la tua affermazione secondo la quale il credere o meno nel progetto dipenda dalla mancanza di cultura scientifica non ha senso/non la capisco. Che la capacità di innovare sia potenzialmente maggiore in giovane età siamo d’accordo .. ma la cultura scientifica è un’altra cosa .. come viene affermato nel documento del CESI presente sul sito la tecnologia è interessante ma non c’erano nel 2008 elementi sufficienti per dire o meno se era praticabile. La domanda che mi pongo è oggi ci sono dati di impianti reali (non simulazioni) che possono far giungere il CESI a delle conclusioni diverse? Se ci sono benissimo che Kitegen li usi per persuadere gli scettici altrimenti è necessario trovare un altra strada per portare avanti la sperimentazione. Son curioso di sapere se ci sono impianti funzionanti, di che taglia da quanto tempo sono in funzione che tipo di problematiche manutentive hanno dato etc.. purtroppo la alcune sezioni del sito sono protette da password

  23. nickvandeerpeers says:

    Alessio…ma i fratelli Wright quando fecero volare il loro primo areoplano come hanno fatto?….Provando e riprovando, eppure oggi nessuno mette in dubbio che l’uomo possa volare giusto?
    Crederci è anche questo!
    kitegen non è l’unico protagonista alla corsa all’eolico troposferico; sono tutti stupidi allora?

  24. Alessio says:

    @nickvandeerpeers se non l oavessi capito io credo che il futuro sia in questa tecnologia .. ma per far andare uno stabilimento di alluminio non puoi avere un prodotto sperimentale .. quindi o la tecnologia è pronta in tal caso sarò fellicissimo che venga adottata .. altrimenti faro il tifo perchè abbiate la possibilità e i fondi per completarne lo sviluppo perché questa consentirà di sopperire ad uno dei maggiori handicap dell’Italia .. la dipendenza energetica dall’estero .. quello che vorrei chiarire è che non basta il potenziale per questo stabilimento dobbiamo essere sicuri di poter contare su questa tecnologia da subito

  25. Andrea says:

    Cari Massimo, Eugenio,
    molti di quelli che commentano su questo forum, me incluso, sono convinti che il vostro progetto kitegen possa avere successo e debba essere finanziato.
    Quello pero’ che lascia anche noi entusiasti scettici, e’ il fatto che non si visibile all’esterno in modo chiaro “a che punto siete”.
    In questo blog abbiamo mesi fa finalmente visto le prime prove di volo e veniamo aggiornati su lavori teorici, su calcoli teorici e altre iniziative, quello che manca pero’ per dare la “credibilita’” di cui parla alessio, e’ secondo me una chiara roadmap.
    In particolare sarebbe interessante capire “cosa manca” per avere un kitegen stem funzionante. La risposta facile e’ che “mancano investimenti” o che manca la volonta’ politica eccetera… pero’ forse servirebbe anche una risposta piu’ tecnica, con le milestones necessarie per raggiungere gli obiettivi e delle previsioni di tempo per raggiungere ognuna di queste milestone.
    Quando ho chiesto in un commento su questo blog ad inizio anno queste informazioni, avevate risposto che un post del genere sarebbe arrivato ma avete anche detto che comunque i test di decollo che stavate facendo erano la cosa piu’ importante in quel momento.
    Francamente penso che la cosa piu’ importante da dimostrare per avere la credibilita’ che i vostri detrattori vi negano, sarebbe piuttosto far vedere che si riesce a sostenere per un tempo di qualche ora un ciclo di produzione con pilotaggio automatico.
    Magari in una giornata con vento “perfetto”, magari con decollo semiautomatico.
    Credo che dovreste convincere le persone (ministri o investitori) che la tecnologia che avete sa produrre energia (e non parlo del mobilegen operato a mano a potenze un paio di ordini di grandezza inferiori a quello che volete fare con lo stem).
    Penso che una PR piu’ aperta in cui riportate piu’ costantemente i vostri progressi vi farebbe aumentare di molto la credibilita’ e attrarrebbe piu’ investimenti.
    In particolare non desterebbe il sospetto nei detrattori (e il timore negli entusiasti) che la mancanza di news sia dovuta ad una mancanza di progressi o ad aver trovato problemi insormontabili.

    Tra l’altro presentare i propri problemi pubblicamente potrebbe potenzialmente anche portarvi qualche idea innovativa da entusiasti, magari esperti di settori chiave per la vostra ricerca (aeronautica, computing, matematica, fisica, ecc..) che non necessariamente possono partecipare come investitori ma che sarebbero contenti di contribuire per il bene di un progetto importante come Kitegen.

    saluti
    andrea

  26. eugenio saraceno says:

    Caro Andrea,
    le cose ancora da fare riguardano le vele specifiche per la generazione di potenza e l’immissione in rete, oltre ad ottimizzazioni del software e migliorie di alcune parti meccaniche.
    Le tempistiche e le risorse necessarie sono state espresse trasparentemente nella lettera di Ippolito in cui delinea il programma di lavoro dettagliato da un piano industriale che è in fase di presentazione a soggetti qualificati ed è condiviso con Soter.
    Se non vi dovesse essere riscontro da parte delle istituzioni e dei soggetti attualmente interessati andremo avanti con le risorse esistenti, ma in tal caso non aspettatevi miracoli in tempi rapidi, e soprattutto sappiate che non basta stare lì a cercare notizie sul web per far progredire il kitegen :-)

  27. Andrea says:

    Caro Eugenio,
    certo che non basta cercare notizie, ma del resto se non presentate i problemi tecnici che avete e se non siete disponibili a discuterli pubblicamente, e’ difficile poter aiutare o contribuire.
    Ad esempio sulle ottimizzazioni del software potreste trovare partner universitari o addirittura nella comunita’ open source.. solo che senza nessun “hint” di quali siano i problemi e dei livelli di performance raggiunti e’ difficile che arrivino proposte o progetti.
    Mi chiedo solo se l’oggettiva “chiusura” di Kitegen sia dovuta al segreto industriale da preservare o ad altro.
    Del resto penso che esporre i dettagli tecnici di un problema non comprometta il segreto industriale…. e’ la “soluzione” che ha un valore brevettabile, non il problem.

    Non tutti hanno 5MEuro da investire per far progredire il kitegen :-)

  28. Giuliano Lepri says:

    Caro Andrea, mi riferisco solo all’ultimo rigo del tuo commento (Non tutti hanno 5MEuro da investire per far progredire il kitegen; se è per questo, potrebbero bastare 5M persone con 1 euro a testa, o 5.000 persone con 1.000 euro…

  29. Giuliano Lepri says:

    ed ora prendetevi 1 minuto per ridere leggendo i commenti su:
    http://www.greenme.it/informarsi/green-economy/8526-alcoa-kitegen
    E inoltre cerco un’anima buona che possa spiegarmi cosa intende dire Pier Luigi Caffese su:
    http://blogeko.iljournal.it/2012/salvare-lalcoa-con-leolico-il-ministero-per-lo-sviluppo-economico-arriccia-il-naso/70551

  30. Giorgio Antonello says:

    Ben detto Giuliano!

    Credo nessuno di quelli che visitano questo blog abbia 5M in tasca (se non è scuso porgo preventive scuse);n di solito le persone che hanno certe disponibilità sono affacendate altrove… lasciamole fare; a me francamente piacciono le cose del tipo suggerito tre ore fa da Giuliano.

  31. Massimo Ippolito says:

    Andrea, non ci sono problemi tecnici nel KiteGen ma del lavoro già dettagliato in un piano industriale con la migliore previsione di tempi e costi.
    Detto diversamente, sappiamo esattamente come devono essere fatti industrialmente i KiteGen, come devono operare e quanto costano.
    Forse mi ripeto, mi era assolutamente chiaro che in questa fase avrei potuto contare solo su fondi dedicati all’innovazione, infatti abbiamo risposto a molti bandi specifici pensati appositamente per progetti come il KiteGen, arrivando alla valutazione con i migliori punteggi, spesso cito il fatto che se tutte le nostre proposte approvate fossero state finanziate avremmo avuto a disposizione un gran totale di 78 Milioni di euro.
    Ma si sovrappongono, questa volta si, dei problemi:
    1) nonostante che in ogni occasione, convegno, discorso programmatico si sottolinei l’importanza dell’innovazione per il sistema paese, il governo non ha nessun rispetto per il doveroso servizio di supporto alla ricerca industriale. Quei fondi vengono spesso distratti in altre direzioni, vedi il salvataggio Alitalia.
    2) Con un minimo di competenza tecnica si può notare che parecchi tra i progetti che vengono finanziati pubblicamente non hanno titolo, per mancanza di concretezza, innovazione o possibile copertura brevettuale, il motivo è che il proponenti non hanno nulla da perdere e possono scendere a compromessi clientelari, l’idrogeno e la sua supposta “economia” è stato un filone ricchissimo in tal senso, anche quando era ormai chiaro a tutti che si trattava di un vettore energetico e non una fonte, ed ora è stato sostituito dal concetto di finanziamento pubblico per il risparmio energetico, benchè un ossimoro.
    3) Vengono riproposte periodicamente delle iniziative di supporto all’innovazione, perchè è importante, giusto e tutti sono d’accordo, ma poi manca la copertura, oppure sono le banche incaricate a dover decidere con i soliti metodi di totale incompetenza tecnica ma con l’attenzione esclusivamente orientata alle garanzie finanziarie, quindi passano per innovazione dei supporti ordinari alle imprese o del green washing, come la famigerato “diamante fotovoltaico” di Enel (puttanata pazzesca) che spesso troviamo in concorrenza per accappararsi gli esigui fondi per l’innovazione o la ricerca industriale. Oppure come Pininfarina che ormai è completamente di proprietà delle banche e anch’essa partecipa ai bandi regionali.
    Proprio quelle banche che dovrebbero in un rapporto privatistico finanziare l’innovazione quale investimento per il futuro.

  32. Mario M says:

    Le osservazioni di Andrea mi sembrano giustificate, erano anche un po’ le mie. Sono anche convinto delle convinzioni di Massimo Ippolito. Il problema è che chi è fuori, che si vorrebbe impegnare in solido, oppure offrire il proprio contributo in lavoro e ingegno, a questi forse non bastano le convinzioni e le sicurezze altrui.

    Ritengo che ci sono parecchi neolaureati o laureandi che potrebbero fornire supporto e competenze, anche a gratis per un po’ di tempo. Immagino anche che non sia semplice introdurre delle persone in un progetto così complesso e delicato, si rischia di perdere più tempo di quello che poi si guadagna. Ritengo comunque che le richieste di Andrea debbano essere in qualche modo modo capite e valutate. Ad esempio, avendo qualche base tecnico-ingegneristica, ci si può mettere a studiare un po’ di sensoristica, di teoria del controllo, però si rischia di perdere tempo perché magari le strategie intraprese dal progetto vanno in altre direzioni, oppure che hanno superato certi stadi.

    —————–

    Riguardo alle politiche del nostro governo sulla ricerca è meglio stendere un velo pietoso e non guardare, altrimenti si sta male. I nostri governanti si distinguono per sprechi, inefficienze, irrazionalità, autolesionismo: “non ti curar di lor ma guarda e passa”, appunto passare e guardare alla parte sana.

  33. Andrea says:

    Caro Massimo,
    seguendovi da un po’ di tempo, so perfettamente delle promesse di finanziamenti non mantenute.
    Trovo anche io, come penso quasi tutti in questo forum, l’atteggiamento della politica qualcosa di incredibilmente miope.
    Un progetto come kitegen dovrebbe ricevere finanziamenti di ricerca a fondo perduto anche se si valutasse una probabilita’ di successo di 1 su 1000, considerando che in caso di successo sarebbe una svolta epocale.
    Su questo siamo tutti d’accordo credo.

    Ci credo che non abbiate problemi tecnici ma un solido programma industriale che state portando avanti, pero’ quello che si vede dall’esterno e che genera preoccupazione (e in alcuni scetticismo) e’ che di questo programma e in particolare dello stato di avanzamento del vostro programma (che obiettivi avete raggiunto? quali sono i prossimi?) non trapeli praticamente nulla.
    Mi permettevo soltanto di suggerire un maggiore apertura da questo punto di vista, anche come strumento per attrarre investimenti privati.

    saluti e in bocca al lupo
    andrea

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