Tanto petrolio pulito con KiteGen. Dall’Italia almeno 10 volte l’Arabia Saudita
Da maggio di quest’anno (2016), KiteGen ha completato il proprio piano industriale che ha portato al progetto esecutivo dei generatori industriali definitivi. corredato dalle numerose realizzazioni fisiche già validate ed emendate. Proprio da maggio è iniziata una intensa attività negoziale che ha già attivato buna parte della filiera industriale, che in seguito agli accordi è già attiva ed impegnata sul fronte della revisione di progetto e di produzione di serie.
La strategia di KiteGen nello scenario HAWP è stata semplice, consapevole e molto focalizzata. A consuntivo si conferma di grande successo meglio di così non si sarebbe potuto fare, confermando e mantenendo il nostro vantaggio competitivo globale. I numerosi prototipi di ricerca del passato, con la loro operatività, ci hanno permesso di stilare le specifiche precise delle macchine ideali da produrre a scala industriale e di tutte le realizzazioni inedite ed ancillarie al funzionamento del nuovo presidio energetico. Un passaggio inevitabile nonché opportuno in quanto insistere nel far volare ali provvisorie con macchine immature rappresenta un costo e non avrebbe fornito ulteriori idee ed informazioni progettuali, mentre ora abbiamo potuto finalmente tirare una linea e dopo la progettazione e l’industrializzazione affrontare il capitolo successivo della produzione industriale di qualità con un risultato prestazionale garantito.
Il KiteGen Stem è apparentemente molto complesso, specialmente per chi non ha vissuto il processo creativo e progettuale dall’interno, sarebbe auspicabile e veramente grandioso poter godere di una audience diffusa, competente ed attrezzata, in quanto si potrebbe entrare in una logica programmatica collettiva che scatenerebbe l’ottimismo e porrebbe fine immediatamente alla stagnazione secolare in cui la nostra società è caduta. Purtroppo dobbiamo subire la superficialità istituzionale e l’inadeguatezza accademica che in qualche modo riescono a nascondere e rallentare un processo che potrebbe essere entusiasmante e ricco di occasioni per l’intero paese, e non solo.
In più occasioni abbiamo avuto dei contatti relativamente approfonditi con l’accademia, in quanto abbiamo anche ospitato dei docenti delle facoltà di Energetica che accompagnavano dei candidati che avevano deciso di dedicare la loro tesi al KiteGen. Con nostro grande stupore questi docenti erano personalmente impegnati in progetti energetici senza innovazione già dimostratisi vani e palesemente fallimentari, questo senza mostrare nessuna tensione ideale ed assunzione di responsabilità nel condurre la conoscenza ed il proprio lavoro in direzioni potenzialmente utili alla collettività. Ovviamente l’imbarazzo di questi incontri è pesante lasciando senza risposta la domanda sulla motivazione pur consapevole di tale mediocrità ed apparente analfabetismo funzionale.
Fortunatamente esistono, benché siano sempre più rare, delle realtà professionali ed industriali che non si sottraggono all’onere di comprendere e di affrontare con la dovuta applicazione e diligenza il trasferimento tecnologico che KiteGen è in grado di offrire ed esplicitare. La grande soddisfazione è quella di assistere durante la condivisione dell’imponente dettaglio progettuale ed operativo, al progressivo riconoscimento del valore ed approvazione del lavoro fin qui fatto da KiteGen e come epilogo alla assoluta certezza ed ineluttabilità di KiteGen che occuperà una posizione da protagonista nello scenario energetico globale. Tale convinzione e corroborata dalla grande quantità di dati ed esperienze negative sulle diverse opzioni energetiche che sono state grandemente spinte finora.
Ma KiteGen non si ferma all’energia elettrica, ma affronterà agevolmente anche la produzione di combustibili di sintesi allargando notevolmente il mercato globale a cui si rivolge e che espone un TAM di $8T/anno, e che razionalmente saranno quasi tutti a disposizione per l’eolico troposferico e quindi di KiteGen ed assimilati.
Questo post di Energy Matters in inglese è una ottima introduzione accompagnato a quello di Robert Rapier, esplicitano chiaramente che KiteGen è l’anello mancante per rendere fattibile la sintesi dei combustibili liquidi, anello che speriamo di apportare presto all’intero processo. Specialmente ora che abbiamo concluso le attività creative con la loro dose di aleatorietà. Il bisogno di creatività per un progetto innovativo ovviamente impedisce una stringente programmazione temporale, alcune volte un’impasse ha portato in stallo il progetto con una buona dose di sconforto del team, e tante storie tecnologiche da raccontare. Peraltro, impasse e stallo tanto quanto le attività negoziali che spesso, con i pachidermi multinazionali, impongono una ulteriore alea ed occasionalmente atteggiamenti eccezionalmente scorretti ed inconcludenti ed ulteriori occasioni di sconforto, ma i problemi si sa incombono per essere risolti ed è proprio ciò che abbiamo ottenuto, ciò che è più importante, a vantaggio e nell’interesse di tutti.
Cogliamo l’occasione per un invito, se per caso ci leggono delle aziende o dei professionisti che pensano di essere attrezzati tecnicamente e logisticamente, se il progetto KiteGen è sufficientemente compreso, nella sua dimensione ed impatto, da poter prevedere una partecipazione alla filiera. Il team di KiteGen è disponibile, con un semplice NDA , nel mostrare e spiegare il progetto complessivo, il piano industriale, le evidenze funzionali, e le componentistiche che ancora attendono di trovare una collocazione produttiva presso terzi, nonché l’assunzione della cura in una logica evolutiva e di perfezionamento. Alcune delle componentistiche inedite ed innovative che abbiamo sviluppato meriterebbero un’azienda dedicata con un proprio business plan indipendente.