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KiteGen incontra il Presidente della Regione Sardegna Cappellacci sulla vicenda ALCOA

Si è svolto ieri sera l’incontro tra la Regione Autonoma Della Sardegna e la rappresentanza di KiteGen Resarch guidata dal CEO Massimo Ippolito. La Regione Sardegna si è dichiarata interessata ad intraprendere il percorso proposto da Kitegen, che prevede il finanziamento con fondi per l’innovazione di una fase di sperimentazione della nuova tecnologia eolica d’alta quota sotto l’egida di un panel di esperti proposti dai soggetti interessati, tra i quali potrebbero esservi la Regione stessa, esponenti del mondo accademico, rappresentanti dei lavoratori, degli investitori interessati a rilevare gli stabilimenti di Portovesme, di utility o distributori di energia elettrica oppure di Alcoa stessa qualora decidesse di non vendere più. A fronte del buon esito della sperimentazione sarà avviata la costruzione di farm eoliche troposferiche per un totale di 600 MW, ovvero 200 unità kitegen stem da 3 MW, destinate ad alimentare il complesso di Portovesme fornendo energia elettrica ad un costo inferiore a 25 euro/MWh ritenuto competitivo da Alcoa.
La Regione Autonoma della Sardegna presenterà il progetto al tavolo del MInistero Sviluppo Economico dedicato alla vicenda Alcoa che si terrà a Roma domani 19 Settembre

Aggiornamento del 20 Settembre

10:31 - Per Alcoa ci sono state “di recente altre due nuove manifestazioni di interesse che giudichiamo di una certa importanza: sono da prendere in considerazione, ma è molto prematuro parlarne”. Queste le parole del sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti. Intanto Glencore si è presa del tempo per decidere, e nel frattempo, ha ribadito De Vincenti, “sappiamo che Klesch ha già presentato ad Alcoa la richiesta di riaprire il negoziato”.

Governatore Sardegna: “Interesse da società cinese e di Torino”
I due nuovi gruppi interessati all’acquisto sono un’azienda torinese e una “grossa società cinese che avrebbe già richiesto di avere accesso alla data room”. Lo ha confermato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, che invita però tutti alla prudenza. “Siamo ancora a una fase preliminare e di riservatezza e quindi non si conosce il nome dell’azienda”, ha spiega il governatore. Quanto alla società torinese, offre una nuova tecnologia per l’energia, “una cosa molto nuova che credo vada ancora testata – ha osservato Cappellacci – e non sia disponibile nell’immediato”.

da : http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/1060950/alcoa-spuntano-altre-2-manifestazioni-interessegovernatore-sardegna-sono-cinesi-e-italiani.shtml

Aggiornamento su vicenda Alcoa-Kitegen

In serata il Presidente della Regione Sardegna Cappellacci incontrerà i nostri rappresentanti. Oggetto dell’incontro è la proposta Kitegen per Portovesme.

La notizia è stata riportata anche dalla stampa locale

Contro il riscaldamento climatico, serve KiteGen?

Il 9 settembre è uscito NATURE CLIMATE CHANGE con l’articolo di Ken Caldeira, Kate Marvel, Ben Kravitz con la ulteriore conferma delle posizioni di KiteGen ed altre informazioni inedite di grande importanza. Il giorno sucessivo come logica conseguenza e atto dovuto abbiamo inviato le lettere al governo con la proposta di soluzione per ALCOA. Forse è stato un atto troppo fiducioso sulla immediata fruibilità del lavoro su NCC e della buona copertura informativa ottenuta. [breve video di Caldeira che introduce lo studio]

Contavamo sui contenuti presenti, carichi di significative informazioni, questo al fine di dare supporto alle nostre argomentazioni più economiche, pensavamo che il Ministro Passera saltasse dalla sedia dicendosi  “ecco la soluzione!” Invece i giornalisti gli attribuiscono un commento scettico.

Ora vediamo di rimediare analizzando in queste pagine il lavoro di Caldeira, Marvel e Kravitz magari a puntate, i commenti ben ragionati dei lettori sono graditi.

Questo Blog qui linkato è curato da un docente di fisica e matematica, Marco Pagani che per primo ha  individuato ed evidenziato un aspetto del lavoro su NCC che risulta essere una novità, forse un’ancora di salvezza di grandissima attualità relativamente al cambiamento climatico. Il presidio di geoingegneria più potente finora individuato per raffreddare in emergenza la temperatura del pianeta, benchè si speri ancora che non diventi imprescindibile doverlo adottare.

Stabilire invece la massima potenza estraibile senza disturbare il clima, ne nel bene ne nel male, deve essere un esercizio di valutazione condotto tramite un principio di precauzione, che si scontra inoltre con delle convinzioni ideali di ciascuno sul modello di società e di popolazione numericamente sostenibile. Secondo le pubblicazioni scientifiche precedenti e sostanzialmente confermato da questo ultimo paper, sull’Italia fluisce una potenza totale il cui ordine di grandezza è intorno i 100 TW. Questa sarà una discussione lunga e ricca di posizioni filosofiche contrapposte ma per ora completamente priva di significato poichè fin’ora questo giacimento di energia rinnovabile  è stato intercettato solo perr una frazione infinitesima.

Permettetemi di fissare ad 1 TW la massima potenza estraibile dall’Italia, ovvero un arbitrario 1% di ciò che fuisce naturalmente, per il piacere dei numeri tondi e per offrire una metafora significativa:    L’Arabia Saudita produce 12,5 milioni di barili di petrolio al giorno, 521000 barili all’ora, la potenza termica equivalente contenuta nel petrolio estratto è di circa 1 TW, ovvero, gigawatt più gigawatt meno, equivalente a ciò che ho ipotizzato si possa estrarre dal vento troposferico italiano pur limitando modifiche climatiche. Questa è grossa vero?, rifate pure i conti se non ci credete, sono abbastanza facili.

Anche di radiazione solare ne abbiamo così tanta, ma per raccoglierla servono i dispositivi dispiegati sul territorio, mentre per l’eolico il pannello fotovoltaicocinetico è l’atmosfera stessa, già naturalmente dispiegata e manutenuta ed il KiteGen è solo la presa di forza che colletta l’energia raccolta dall’atmosfera.

Vorrei evidenziare un ulteriore grafico che mostra in particolare il vantaggio dell’eolico troposferico.

La linea blu è quella attribuibile al KiteGen, la linea rossa è attribuibile alle turbine eoliche. L’asse verticale indica la dimensione della superficie che intercetta il vento, comparata con il rateo di estrazione di energia cinetica sulle ascisse.

KEE vs drag area graph

estrazione di energia cinetica rispetto all'area di drag

Per una estrazione di potenza di 480 TW ogni kilometro cubo presso tutta la superficie del pianeta deve avere una turbina eolica che intercetta un fronte vento di 10000 metri quadrati,  un ettaro, mentre per l’eolico troposferico sono sufficienti un equivalente di 23 metri quadrati per km cubo.

L’eolico troposferico, però, non si limita al km cubo vicino terra, ma nello studio sfrutta idealmente tutta l’atmosfera, quindi per precisare il calcolo dell’equivalenza di superficie dobbiamo moltiplicare i 23 metri quadrati per il numero di cubi sovrapposti, tipicamente 10, corrispondenti a tutta la troposfera.

Quindi un’ala che spazzola 230 metri quadrati in altitudine sarebbe equivalente ad una pala eolica che spazzola un fronte vento di un ettaro.

Abbiamo detto un’ala che spazzola una superficie, ma quanto deve essere grande l’ala?

Un metodo semplificato è di dividere l’area da spazzolare con l’efficienza aerodinamica della stessa, un’ala con efficienza 10 qundi potrà avere una superficie di 23 metri quadrati per equivalere ad una torre eolica da 2,5 MW che tipicamente spazzola un ettaro di vento.

L’interesse pratico e tecnologico è quello di ottenere la potenza desiderata in un compromesso ideale tra quota di lavoro e superficie, ed è per questo che abbiamo scelto con il KiteGen Stem di volare sotto i 2000 metri con ali fino a 150 metri di superficie.

la  fluidità dei dati e delle prestazioni del KiteGen, che dipendono fortemente da decisioni sulla configurazione, sull’ala, la quota ed ovviamente il vento sono uno degli aspetti che infastidiscono chi è abituato a specifiche precise, che invece di apprezzare la libertà di modulazione e le opportunità offerte vede con sospetto il progetto, forse anche qualche consulente del governo.

In questo recente exploit mediatico, come dicevo, è stato attribuito al Ministro Passera un molto generico commento di tipo scettico sulla tecnologia KiteGen, provo ad interpretare. Sembra che i politici non siano più in grado di ragionare autonomamente senza le lobbies che li incalzano perennemente. Chi non si è fatto la lobby resta escluso da ogni ragionamento ed opportunità anche se è a vantaggio del paese e della collettività.

Ma se fosse chiaro a tutti di avere l’equivalente di una Arabia Saudita all’interno del territorio nazionale, merita ancora farsi delle domande a livello di banchieri, executive, politici, ministri  sul particolare sistema di trivellazione per estrarre l’energia e di come si fà per realizzarlo?

No! per favore, è materia complessa fidatevi dei brevetti “granted” dei riconoscimenti e delle 12 proposte KiteGen in risposta a bandi nazionali e regionali per l’innovazione tecnologica, ammesse a finanziamento ma sfortunatamente sempre senza copertura.

Metteteci piuttoso in condizione di lavorare e lasciateci fare senza tali commenti che altrimenti dai guai non ci usciamo mai più.

KiteGen, la vicenda Alcoa e Nature Climate Change

By stekgr, 2012/09/10

Ieri è uscito Nature Climate Change con un articolo che finalmente ri-conferma l’immenso giacimento di energia rappresentato dal vento troposferico, l’Italia è sorvolata da un flusso dal quale si potrebbe facilmente estrarre 1 TW continuo di potenza, ovvero oltre 8000 TWh di energia annui.

I quali, trasformati prosaicamente in denaro, equivarrebbero ad una produzione netta di ricchezza puramente endogena all’interno del territorio italiano stimabile in 800 miliardi di euro l’anno….  13000 euro/anno procapite!!

Dovrebbe essere ovvio, quindi il legame di attualità tra Nature, Alcoa e KiteGen, in quanto si tratta di tanta energia e a basso costo.

Quale originario del Sulcis Iglesiente ci tenevo a condividere questa riflessione, e pubblicare le comunicazioni spedite da KiteGen agli organi governativi e non, impegnati in queste ore sulla questione Alcoa.

Se comprese, sarebbero una soluzione ai problemi endemici di lavoro ed occupazione della mia terra.

Se attuate, creerebbero le risorse ed il “giro” economico per favorire il ripristino ambientale dalle molte devastazioni e costituirebbero una vetrina di sostenibilità che gioverebbe all’immagine di questa bellissima terra. Mentre a livello nazionale, sgraverebbero la collettività da un’altro miliardo di euro come quello già elargito ad Alcoa negli ultimi 15 anni.

Mi scuso con i destinatari per pubblicare online tali lettere, potrebbe apparire una forzatura ma altre volte tali comunicazioni, sfortunatamente non ottengono riscontro.

Stefano

KiteGen – ALCOA, come atto di informazione dovuto ed irrinunciabile.pdf

Stabilimento Alcoa di Portovesme – interesse acquisizione.pdf

KiteGen su ecomagination

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By eugenio saraceno, 2012/09/06

Ecomagination, web magazine di General Electrics, ha pubblicato un articolo sul Kitegen a firma di Mark Halper.  Buona lettura.

Kitegen è su Canaleenergia

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By eugenio saraceno, 2012/07/13

Canaleenergia, il portale web del Gruppo Italia Energia, che pubblica anche QE – QuotidianoEnergia , dedica uno spazio a KiteGen nella directory delle aziende specializzate in innovazione del settore energetico, con intervista al sottoscritto e presentazione video.

Eolico d’alta quota secondo David North (NASA)

Image credit phis.org: The system developed at Langley flies a kite in a figure-8 pattern to power a generator on the ground
Scritto da Andrea Papini ed Eugenio Saraceno

Come i nostri lettori sanno uno dei team più blasonati nel settore eolico d’alta quota è quello della NASA, che presso il Langley Resarch Center in Virginia sta sviluppando un progetto.  Secondo quanto afferma David North, ingegnere del team, in un articolo riportato da phis.org:
“la maggior parte delle turbine a torre sono circa 80 a 100 metri, che sono “pateticamente basse rispetto allo strato limite della Terra”. Lo strato limite è dove l’attrito dalla superficie terrestre mantiene il vento relativamente lento e turbolento. Il punto debole dell’energia eolica inizia al di sotto dei 2000 piedi (circa 600 m). A quella quota, per utilizzare il vento per produrre energia elettrica, si dovrebbe costruire una torre a turbina più alta dell’Empire State Building. Oppure si può far volare un aquilone.”
Il centro di ricerche Langley è l’unico che ha lasciato anche i sensori a terra. Questa scelta deriva da un’estremizzazione della semplificazione del controllo di volo, possibile grazie alla consapevolezza di non dover creare un prodotto commerciale. In sostanza il kite viene “osservato” dalla telecamera di un sistema di controllo basato su una tecnologia di riconoscimento forme, simile a quelle adottate da alcuni videogiochi con cui si può interagire mediante i movimenti del corpo (es. MS Kinetics).
Possiamo dire che ultimamente, oltre a KiteGen, altri gruppi di sviluppo hanno dichiarato di esser riusciti ad eseguire il controllo automatico dei kite:
Nasa Langley (A MARZO).
TuDelft (A GIUGNO)
(oltre ad almeno almeno altri 5 gruppi che stanno ancora lavorando)
Tuttavia solo KiteGen e SkySails sono ad oggi in grado di fare anche il decollo e il “fermo macchina” in automatico.
Ci fa piacere rilevare che alcuni concetti su cui KiteGen insiste da anni, ora vengono ripetuti dalla NASA:
- Far volare solo kite riduce il peso (e quindi il costo) del generatore;
si fanno volare solo i tip delle attuali pale eoliche che sono le parti del rotore che producono il 90% dell’energia totale.
- La potenza dipende dal cubo della velocità e quindi conviene fare kite ad alta efficienza (contrariamente a quanto sviluppato da Skysails).

II Open Day KiteGen – Reminder

Ricordiamo che Domenica 24 giugno 2012  è fissato il 2° OPEN DAY KITEGEN organizzato da SOTER, Società per la Transizione alle Energie Rinnovabili, con la collaborazione del Comune di Sommariva Perno (CN)

SOTER, in poche settimane di attività, riunisce già oltre 40 soci che stanno dando supporto economico e professionale.
La giornata OPEN DAY consentirà a tutti coloro che sono interessati a supportare il progetto Kitegen, o anche solo a saperne di più, di poter conoscere lo stato dell’arte e toccare con mano la tecnologia grazie ad una visita al test plant dove i progettisti risponderanno anche alle domande ed alle curiosità dei visitatori.

L’invito è rivolto in particolare a tutti coloro che, di fronte all’emergenza energetica, al riscaldamento globale e alla crisi economica, sentono il valore e l’importanza per l’ambiente e per il mondo della transizione alle energie rinnovabili e sono disposti a farsene carico personalmente. Kitegen è infatti il progetto tutto italiano che ha le potenzialità per produrre a basso costo grandi quantità di energia pulita e con bassissimo impatto ambientale e paesaggistico.

Nell’occasione SOTER illustrerà le ragioni del proprio impegno nel progetto, gli obiettivi che si propone e le iniziative in corso. Verrà anche presentato il piano industriale per la produzione del primo lotto di macchine.

Vi attendiamo per l’OPEN DAY.

Programma dell’evento.

L’incontro si terrà a Sommariva Perno (CN) presso la Sala della Biblioteca Civica in Piazza Europa e successivo trasferimento al test plant KiteGen

Ore 9.00/9.30 Arrivo dei partecipanti

Ore 9.30 Inizio presentazione progetto. Discussione.

Ore 11.00 Presentazione iniziativa SOTER. Domande/Risposte.

Ore 11.30 Termine presentazione in sede.

Trasferimento al test plant KiteGen (5 min) e visita all’impianto.

Ore 13.00 Termine dell’incontro e proseguimento libero

E’consigliabile annunciarsi, telefonicamente o per email asoter@kitegen.com

011 9415745

348 0194810

La tecnologia KiteGen presentata agli allievi del Master SAFE

Per il secondo anno consecutivo ho tenuto, alcuni giorni or sono, una lezione sulla tecnologia KiteGen agli allievi del master post laurea di alta formazione in Gestione delle Risorse Energetiche della SAFE - Sostenibilità Ambientale Fonti Energetiche.  Sono stato anch’io allievo dell’edizione 2005 del Master SAFE, che è diviso in 7  moduli didattici, di cui tre relativi alle filiere dell’ Oil&Gas, dell’ Energia elettrica e delle fonti rinnovabili.   Le lezioni tematiche coprono sia aspetti tecnici che economici e sono tenute da professionisti che lavorano con aziende, istituzioni accademiche, enti di ricerca, e autorità ed enti governativi del settore energetico.  Alcuni di essi, come me, furono allievi delle passate edizioni e non è raro, per me, incontrare in vari contesti del mondo energetico persone che si sono formate nel settore anche grazie a questo master.  Nella mattinata di lezione ho illustrato agli allievi i concetti relativi all’eolico d’alta quota e le soluzioni tecniche realizzate nell’ambito della tecnologia KiteGen.  Pochi di loro conoscevano il settore dell’eolico d’alta quota e penso di aver aperto loro una finestra su un settore innovativo che non potrà essere trascurato dai futuri professionisti del mondo dell’energia quali saranno.   E’certamente una caratteristica meritevole di SAFE l’attenzione rivolta all’innovazione ed alle tecnologie come KiteGen che hanno la potenzialità di rivoluzionare il settore energetico nel futuro.

Per chi fosse interessato segnalo che SAFE sarà presente al Festival dell’energia, che si terrà a Perugia dal 15 al 17 Giugno, organizzando interessanti appuntamenti sui temi di maggiore attualità che riguardano il settore dell’energia.  Qui i dettagli

Incontro sul tema KiteGen ad Alessandria

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By eugenio saraceno, 2012/06/07

Di Marcello Corongiu

Venerdì 8 Giugno alle 17.30 ad Alessandria, presso l’Aula Magna del Liceo Classico “G. Plana”, P.za Matteotti 29, Marcello Corongiu e Giacomo Torrente – nel contesto di un incontro promosso dall’Associazione PIGRECO e dall’Associazione Alta Quota – presentano la tecnologia KiteGen, un rivoluzionario generatore eolico per la produzione di energia pulita a basso costo e con il minimo impatto ambientale.

Energia-civiltà: una relazione indissolubile

Nel mondo ogni anno viene consumata energia pari a 12 miliardi di tonnellate di petrolio. Questa immensa – e difficilmente immaginabile – quantità di energia è circa pari a quella che il genere umano ha consumato nei suoi primi 200 mila anni di storia ed è, per più di tre quarti, prodotta da tre sole fonti: petrolio, carbone e gas. È grazie a questa immensa disponibilità di energia, il cui sfruttamento ha avuto inizio in modo significativo a partire dalla seconda metà del 18° secolo, che l’uomo ha potuto, affrancarsi in una certa misura dalla fame e dalla malattia, costruire megalopoli, viaggiare, nutrire 7 miliardi di individui, dominare il pianeta…

Tuttavia è questo un quadro la cui insostenibilità si mostra oggi in modo sempre più evidente, non solo per il carico ambientale ed i mutamenti strutturali sul clima e sugli ecosistemi, ma anche per le tensioni che il progressivo ridursi della accessibilità dei combustibili fossili esercita sulle economie, sui debiti degli Stati, sulla vita di tutti.

Il passaggio ad una civiltà basata sull’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili non è solo una cosa auspicabile ma necessaria e deve essere realizzata in tempi brevi. Il mercato delle fonti rinnovabili, fino ad oggi trainato dalle politiche pubbliche di incentivazione, a breve si espanderà – indipendentemente da esse – ma solo nella misura in cui esista una tecnologia in grado di sostituire in efficienza ed economicità, i combustibili fossili. L’alternativa è un progressivo, inevitabile, profondo e non indolore mutamento delle abitudini di vita e di consumo di ciascuno, soprattutto nei Paesi più industrializzati.

KiteGen può rappresentare una reale alternativa al declino e per questo ha già raccolto interesse in Cina, Australia, Canada, Polonia, Corea, Giappone ed in numerosi altri Paesi.

Il progetto è stato oggetto di innumerevoli valutazioni tecnico scientifiche e di “peer review”. Le fonti più autorevoli ne hanno di fatto attestato la validità su un piano globale. L’ENI Award conferito per una tesi di PhD sul KiteGen, il lavoro realizzato da CESI Ricerca sull’eolico d’alta quota, i riconoscimenti della NASA e di altri attori di primo piano nel panorama della ricerca nel settore energetico, le decine di tesi di laurea e di PhD volte ad analizzare il sistema nelle sue premesse e nelle sue componenti, il numero di nuovi soggetti internazionali che settimanalmente si affacciano nel settore della generazione eolica di altitudine, sono prove significative e reiterate della bontà del progetto, che è stato illustrato sulla stampa di ogni Paese: Scientific American, Nature, La Stampa, Il Sole 24 Ore sono solo alcune tra le centinaia di testate che hanno parlato del KiteGen, oltre alle numerose televisioni italiane, francesi, tedesche, svizzere, giapponesi, coreane, ecc.

Il progetto ha inoltre partecipato a numerosi bandi nazionali ed europei ottenendo valutazioni eccellenti ed è stato inoltre sostenuto dalla Commissione Europea, che ha finanziato la realizzazione di un generatore per uso a bordo delle navi (www.kitves.com).

La tecnologia KiteGen, che è nata e si è sviluppata in Piemonte, è tutelata da un patrimonio di 22 brevetti e per molti di questi 120 estensioni in tutto il mondo. Già nel 2006 KiteGen testava un prototipo funzionante da 40 kW nell’aeroporto di Casale Monferrato, generando energia con un ala in volo a circa 1000 metri di altezza e stabilendo un vantaggio di almeno 5 anni sui competitor più quotati a livello mondiale e costituendo oggi l’esperienza più avanzata su una frontiera potenzialmente determinante per l’intera umanità. Un esperienza che vorremmo, se le condizioni ce lo permetteranno, continuare a mantenere nel nostro Paese, trasformandola nel contributo italiano alla soluzione dei problemi energetici e climatici del mondo.

II OPEN DAY KITEGEN


Domenica 24 giugno 2012  è fissato il 2° OPEN DAY KITEGEN organizzato da SOTER, Società per la Transizione alle Energie Rinnovabili, con la collaborazione del Comune di Sommariva Perno (CN)

SOTER, in poche settimane di attività, riunisce già oltre 40 soci che stanno dando supporto economico e professionale.
La giornata OPEN DAY consentirà a tutti coloro che sono interessati a supportare il progetto Kitegen, o anche solo a saperne di più, di poter conoscere lo stato dell’arte e toccare con mano la tecnologia grazie ad una visita al test plant dove i progettisti risponderanno anche alle domande ed alle curiosità dei visitatori.

L’invito è rivolto in particolare a tutti coloro che, di fronte all’emergenza energetica, al riscaldamento globale e alla crisi economica, sentono il valore e l’importanza per l’ambiente e per il mondo della transizione alle energie rinnovabili e sono disposti a farsene carico personalmente. Kitegen è infatti il progetto tutto italiano che ha le potenzialità per produrre a basso costo grandi quantità di energia pulita e con bassissimo impatto ambientale e paesaggistico.

Nell’occasione SOTER illustrerà le ragioni del proprio impegno nel progetto, gli obiettivi che si propone e le iniziative in corso. Verrà anche presentato il piano industriale per la produzione del primo lotto di macchine.

Vi attendiamo per l’OPEN DAY.

Programma dell’evento.

L’incontro si terrà a Sommariva Perno (CN) presso la Sala della Biblioteca Civica in Piazza Europa e successivo trasferimento al test plant KiteGen

Ore 9.00/9.30 Arrivo dei partecipanti

Ore 9.30 Inizio presentazione progetto. Discussione.

Ore 11.00 Presentazione iniziativa SOTER. Domande/Risposte.

Ore 11.30 Termine presentazione in sede.

Trasferimento al test plant KiteGen (5 min) e visita all’impianto.

Ore 13.00 Termine dell’incontro e proseguimento libero

E’consigliabile annunciarsi, telefonicamente o per email a soter@kitegen.com

011 9415745

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Successo dell’OPEN DAY KiteGen

A grande richiesta pubblichiamo una sintesi multimediale dell’open day KiteGen del 13/05/12. La partecipazione e la curiosità dei numerosi intervenuti è stata premiata con una demo di volo particolarmente ben riuscita, tanto che abbiamo deciso di pubblicarne le fasi più salienti in un video

L’importanza dell’open day risiede appunto nella possibilità di mostrare dal vivo gli avanzamenti dello stato dell’arte che, in questa fase di test dedicato al volo ed alle performance delle vele, si risolve anche in spettacolari dimostrazioni di come il braccio robotico del kitegen, ormai completo perchè dotato della sua mano unitamente alle migliorie apportate alle vele, riesca a far decollare e volare in modo semiautomatico il kite.
Nella demo mostrata  la maggior parte dei movimenti che si vedono fare alla macchina (stem + compasso) erano completamente automatici, (per chi ha nozioni di controlli automatici erano retroazionati, dai sensori presenti nel braccio, nel compasso e nella struttura). Ciò che era manuale, e che altrimenti non poteva essere senza l’elettronica a bordo ala, temporaneamente indisponibile,  era il controllo dei tamburi e di conseguenza delle funi e della vela. La vela è infatti dotata in particolare dei sensori che misurano la posizione e la velocità della stessa e la trasmettono all’elaboratore che, ponendole a confronto con una traiettoria obbiettivo, aziona le funi secondo una funzione che può essere proporzionale e/o derivativa e/o integrale allo scopo di correggere gli errori rilevati rispetto alla traiettoria stessa. Al successivo passo di elaborazione, la nuova misura inviata dai sensori, su cui avranno influito le azioni meccaniche attuate dalle funi al precedente passo, viene analizzata e produce una nuova correzione fino al convergere a zero dell’errore. Si tratta in genere di cicli elaborativi dell’ordine dei millisecondi. Questo è in termini estremamente semplificati il concetto di retroazione o feedback alla base di ogni tecnologia di  automazione e robotica.
C’è ancora del lavoro da fare per rendere completamente automatico il volo, che richiede ancora alcune attività manuali, a cui i nostri ospiti hanno assistito, ma l’ottimo lavoro fatto sul software di gestione del decollo dai nostri progettisti Paolo Marchetti e Angelo Conte ci consente di essere confidenti sul buon esito a breve del pacchetto “decollo automatico”.
Intuirete che il prossimo passo sarà aumentare la potenza estratta dal vento aumentando le performance del kite.
L’open day è stato anche dedicato a presentare l’attività di SOTER s.r.l., realtà esclusivammente dedicata al supporto del progetto KiteGen. Presso la sede di Sequoia Automation a Chieri, Riccardo Renna ha illustrato ai presenti, le attività di SOTER riscuotendo notevole interesse.

Nella foto il nutrito gruppo di ospiti del primo Open Day KiteGen realizzato con la collaborazione di SOTER

Importante convegno sul tram – treno a Pisa

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By terenziolongobardi, 2012/05/14
Pressanti esigenze di carattere ambientale e sanitario consigliano di trasferire quote significative di mobilità nelle aree urbane del nostro paese dal mezzo privato a quello collettivo. Questa esigenza sarà rafforzata nei prossimi anni dalla dinamica crescente e strutturale dei prezzi petroliferi, che farà aumentare la domanda di trasporto collettivo di qualità. Inoltre, siccome la produzione di energia elettrica italiana corrisponde a circa il 36% del Consumo Interno Lordo di energia primaria, in futuro dovremo aumentare la penetrazione dell’energia elettrica anche nei settori della mobilità e degli usi termici, utilizzando tutto il potenziale delle fonti rinnovabili attraverso tecnologie come il kitegen e nel contempo migliorare l’efficienza energetica complessiva del sistema. Come ho spiegato qui i trasporti collettivi, in particolare quelli su ferro, sono caratterizzati da ridotti consumi specifici di energia primaria.
Purtroppo, l’attuale sistema di trasporto pubblico italiano, prevalentemente su gomma, non è in condizione di rispondere in maniera efficace ed economicamente competitiva a queste sfide.
Le esperienze europee più avanzate dimostrano che si possono conseguire elevati livelli di qualità e produttività del servizio, solo con l’utilizzo dei moderni sistemi di trasporto tranviario e ferro-tranviario.
Per cercare di superare il gap che ci divide da questi paesi c’è la necessità di avviare un grande programma nazionale di espansione del trasporto su ferro nelle aree urbane, che io ho sintetizzato nello slogan “1000 km di nuove linee ferro-tranviarie”.
Per questi motivi, l’associazione AMT (Associazione per gli studi sulla mobilità ed i Trasporti in Toscana), ha organizzato l’anno scorso un primo convegno a Firenze sulla innovativa tecnologia del tram – treno che, sfuttando la possibilità di percorrere indifferentemente sia tracciati urbani che linee ferroviarie esistenti, consente di accrescere esponenzialmente i passeggeri trasportati (come ho sintetizzato in questo articolo).
L’associazione, verificato il successo della prima iniziativa, ha deciso di organizzare un altro incontro più applicativo, relativo a una specifica realtà toscana, l’area vasta Pisa – Pontedera – Lucca -Livorno in cui la domanda di trasporto è di tipo metropolitano, anche per la presenza di molti e importanti poli di attrazione economici, culturali e turistici e in cui è presente una fitta rete ferroviaria e alcune linee ferroviarie locali, attualmente sottoutilizzate rispetto alle potenzialità reali.
Il programma del convegno, che si svolgerà a Pisa il prossimo 24 Maggio, è scaricabile qui dal sito di AMT. La partecipazione è gratuita, ma è indispensabile effettuare una preiscrizione, con le modalità descritte sullo stesso sito.

OPEN DAY KiteGen

Domenica 13 maggio 2012 si terrà il Primo OPEN DAY Kitegen organizzato in collaborazione con SOTER, Società per la Transizione alle Energie Rinnovabili.
SOTER srl nasce nel 2011 unicamente per supportare il progetto Kitegen e riunisce già numerosi soci che stanno dando supporto economico e professionale.

La giornata OPEN DAY consentirà a tutti coloro che sono interessati a supportare il progetto Kitegen, o anche solo a saperne di più, di poter conoscere lo stato dell’arte e toccare con mano la tecnologia grazie ad una visita al test plant dove i progettisti risponderanno anche alle domande ed alle curiosità dei visitatori. L’invito è rivolto in particolare a tutti coloro che, di fronte all’emergenza energetica, al riscaldamento globale e alla crisi economica, sentono il valore modiale e l’importanza per l’ambiente e per il mondo della transizione alle energie rinnovabili e sono disposti a farsene carico personalmente.

Vi attendiamo per l’OPEN DAY, l’incontro si terrà nella sola mattinata con l’eventuale possibilità di proseguire l’incontro dalle 13 in poi A PRANZO per chi non farà rientro immediato nella propria sede. qui sotto trovate il programma dettagliato dell’evento.

Ore 9.15/9.30 Inizio presentazione progetto in sede a Chieri (TO) Via XXV Aprile 8

Ore 10.30/11 Termine presentazione

40’ di trasferimento per recarsi sul sito del test plant

Ore 11.00/11.30 Visita al sito. Domande/risposte

Ore 13.00 Termine visita e proseguimento libero

Per ulteriori informazioni

011 9415745

348 0194810

Carbo-Kite

Di Marco Ghivarello

Progettista CAD KiteGen [nonchè pilota entusiasta di alianti, paramotori e qualunque altra cosa che abbia una lontana probabilità di volare, NdR]

Da Gennaio 2012 è iniziata la costruzione della nuova ala semirigida in fibra di carbonio il cui obiettivo  è di incrementare le prestazioni delle attuali vele da kite con cui saranno effettuate peraltro le prime prove.

Gli effetti di un incremento della efficienza a parità di peso sono esponenzialmente crescenti, aumenta la velocità massima e la forbice rispetto alla minima, con una W min. verticale di sostentamento che sarà inferiore, consentendo un incremento delle ore / anno di produzione energetica ed una migliore gestibilità dei carichi di raffica dovuti alla minore superficie alare.

La grande sfida – peraltro non così apparentemente fattibile a chi opera unicamente nel settore dell’aviazione convenzionale – è riuscire a creare un ala in grado di tenere enormi sollecitazioni, ma con una leggerezza quasi paragonabile a quello di un parapendio, ed al contempo semi-rigida con concetti assimilabili alle ali di aliante (noi abbiamo il vantaggio di non presentare superfici parassite quali fusoliera ed impennaggi e non vincolarci ai profili che abbiano gli spessori % necessari ad alloggiare convenzionali longheroni) e in grado di flettersi al fine di realizzare la manovra di “side sleep”, fondamentale per il recupero della stessa.

Con questo preliminare prototipo abbiamo pertanto definito una nuova tecnologia  realizzativa che unisse i due mondi, quello delle ali convenzionali e quello delle ali flessibili (parapendio-kite surf), e abbiamo un programma di test molto fitto, ove si sperimenteranno flessibilità, carichi, tenuta a trazione, telemetria prestazioni, affinamenti aerodinamici, sistemi automatici di variazione d’assetto, a seguire affidabilità delle tecnologie utilizzate, ecc. ecc.. Con i successivi prototipi si lavorerà sull’efficienza attraverso lo studio di configurazioni più estreme, rese possibili da un pilotaggio attivo gestito dal controllo predittivo del KiteGen.

Kitegen su Il sole 24 ore

Il sole 24 ore segue sempre con molta attenzione il KiteGen come testimonia l’articolo di oggi a firma di Paolo Magliocco.  In precedenza l’argomento era stato trattato in numerosi articoli

Navi a vela e Navi-Aquilone

di Antonio  Zecca
Dipartimento di Fisica
Università di Trento    zecca@science.unitn.it

Ci sono scommesse che è facile vincere. Una di queste è che la propulsione a vela tornerà ad essere interessante per la navigazione commerciale.  Impossibile dire quando vedremo un numero di navi a vela e anche prevedere  il dettaglio della nuova tecnologia velica.  Ma si puo’ scommettere che non saranno vele da Coppa America: saranno aquiloni della stessa categoria sviluppata per Kite-Gen.

Guardate alla prima occasione al mare o sui laghi un wind-surf: riescono a viaggiare a velocità superiori a quelle del vento.  Cercate poi di vedere un “kite-surf”: sono molto più rari, ma li avete visti anche in televisione. Il surfista su una tavola come quella dei wind -surf si fa trainare da un aquilone. Il vantaggio degli aquiloni è nel fatto che sfruttano il vento ad alta quota – una cinquantina di metri per i kyte-surf. Vanno più forte dei wind-surf. Il vento è più forte e più costante quando ci si allontana dalla superficie. Un aquilone di grandi dimensioni potrebbe prendere il vento a cinquecento o mille metri di quota. Potrebbe contribuire in maniera significativa alla propulsione di una nave. Anche tenendo conto del fatto che il vento non soffia sempre nelle direzioni in cui vuoi andare, un aquilone potrebbe ridurre i consumi di trenta o forse più percento mediando  sulla rotta di andata e ritorno.
Le compagnie aeree – su molte rotte – cercano di sfruttare le correnti a getto per ridurre i consumi. Tra dieci o venti anni è probabile che anche le rotte delle navi verranno decise dopo aver studiato correnti marine e percorsi delle perturbazioni atmosferiche: i dati raccolti dai nostri sistemi di monitoraggio del clima serviranno anche a questo. Da subito però sarebbe possibile sfruttare i venti con aquiloni del tipo Kite-Gen.  La cosa è già stata fatta in via sperimentale. Già nel 2008 una nave (MS Beluga Skysails ) ha fatto qualche viaggio di prova con un piccolo aquilone (160 m2) che poteva trainare la nave e aiutare la motorizzazione convenzionale. Era un aquilone di modeste dimensioni, poco più grande di quelli utilizzati per il parapendio. La ditta che li produce annunciava una riduzione del consumo di combustibile del quindici per cento.  E’ opinione di chi scrive che la motonave Beluga abbia raggiunto questo obiettivo solo raramente. Ma quello era solo un esperimento pilota: molto di più e molto meglio si può fare con una adeguata quantità di ricerca e sviluppo.  Andatevi a vedere le foto della MS Beluga e basteranno quelle per capire che il tentativo è stato fatto nella maniera più primitiva possibile. Non a caso l’azienda Skysails, secondo alcune notizie riportate dalla stampa tedesca sarebbe in difficoltà economiche.
Sviluppare le tecnologie per una Kyte-Ship o nave-aquilone, se preferite, non è una passeggiata. Diciamo che è una impresa circa dello stesso ordine di grandezza (direi meno) dello sviluppare una Ferrari. Difficile ma non impossibile, neanche per l’ Italia.
I problemi tecnici appartengono a tre categorie. La prima è l’ accoppiamento aerodinamica – idrodinamica: non semplice, ma risolubile.  La seconda categoria è nelle operazioni di lancio e di recupero dell’ aquilone; in questo la Kite-Gen ha già tutto il know how. La terza categoria riguarda la gestione computerizzata dell’ aquilone e anche su questo Kite-Gen ha già il know how e le competenze – come dimostra il progetto europeo KitVes condotto da Sequoia Automation, la società che sta sviluppando il KiteGen.  In questo progetto l’obbiettivo non è la trazione meccanica bensì produrre energia elettrica a bordo sfruttando i venti d’alta quota.  Ciò è interessante in quanto l’energia elettrica può alimentare sia le varie utenze a bordo che la trazione, essendo elettrici i motori di molte grandi navi (di norma vengono alimentati dall’energia elettrica prodotta da grandi motori navali a olio combustibile). La disponibilità di energia elettrica a bordo è importante anche per ridurre i costi dovuti al rispetto delle norme ambientali che impongono lo spegnimento dei gruppi motogeneratori durante la sosta delle navi in porto.  Per evitare questo inquinamento nei grandi porti si ricorre alla elettrificazione delle banchine; richiede bollette salate per i navigli attraccati.
Cosa manca? Manca un minimo di lungimiranza da parte della nostra classe imprenditrice e politica. Non è una questione di soldi: qualsiasi investimento si ripagherebbe abbondantemente e in tempi brevi. La crisi economica entra nel discorso ma in termine positivo: una delle azioni per uscire dalla crisi economica consisterà nello sviluppare tecnologie nuove e venderle in tutto il mondo.
Le difficoltà che ha incontrato Kite-Gen (un’ altra impresa che dovrebbe essere sostenuta senza ritardi) non ci fanno coraggio. Ma se non ci muoveremo subito, entro qualche anno dovremo comprare navi-aquilone dai cinesi.

Decollare, volare e tornare in sicurezza

La foto mostra il kite in volo, potrebbe essere molto piccolo oppure molto lontano?

Per visualizzare il filmato può essere necessario installare il player Quicktime

Sono certo che questo post è esattamente ciò che volevate leggere sul nostro blog.  Da alcune settimane  sono iniziati i test di decollo automatico e sono stati collezionati numerosi successi tecnici.  In una delle prove, in particolare, Mercoledì 15/02 il decollo è avvenuto con appena 1,5 m/s di vento a terra (link video in versione mov).

Lo Stem ha eseguito correttamente le previste procedure di brandeggio per il decollo automatico consentendo al kite di prendere il volo grazie al vento apparente generatosi (senza necessità di venti artificiali menzionati nella documentazione su questo sito) e srotolando interamente il cavo di 300 m.

Sappiamo che il vento medio europeo è intorno ai 3 m/s quindi questo eccezionale risultato stabilisce che il KiteGen ha la libertà di decollare in qualsiasi momento e senza ausili per almeno 5000 ore annue.

Il programma di test evolverà per consolidare il risultato e per poi verificare le durate di volo continuo, con la ambizione sempre più realistica di poter arrivare a coprire tutte le 8760 ore annue anche se non sempre raggiungendo la piena potenza nominale, nella produzione elettrica.

L’altro risultato evidente è che quantomeno la versione beta del software di controllo è pronta, un milestone importante comunque raggiunto nei tempi preventivati, che lascia prevedere che ora la strada sarà in discesa.

Una immagine del sito sepolto dalla neve

ancora neve, tanta

Ecco visibile la dimensione della vela al suo ritorno a terra.

Questa immagine mostra i tamburi con solo più qualche decina di spire di fune residue

Così dopo gli sviluppi tecnologici relativi alle manovre di decollo automatico, ai movimenti dello stelo, ai sensori, ai collegamenti radio tra kite e terra ed a molti altri aspetti “nascosti” ma ciascuno fondamentale come i singoli anelli di una catena, ora è possibile mostrare l’aspetto più visibile, anche senza dover esaminare o entrare nel dettaglio delle immense quantità di software, elettronica, sensoristica, aerodinamica,  meccanica e ragionamenti che lo rendono possibile.

Il prototipo di ricerca KSU1 (detto anche mobilgen) volava, manovrava e produceva energia già nel settembre 2006 (link video), esso ha permesso di compilare una nutrita lista di funzionalità necessarie e desiderabili da aggiungere e implementare nella macchina industriale,  definendo così un’architettura tecnologica adeguata, che potesse permettere decolli automatici, gestire le intemperanze del vento e ridurre l’usura delle parti meccaniche, dei cavi e delle vele. Queste specifiche sono state pensate e progettate poi implementate e testate compiutamente sul campo grazie all’impianto completo KiteGen Stem.

Questa in poche parole la ragione della percezione dei lunghi sviluppi prima dei decolli e dei voli di questi giorni e dispiace sinceramente aver appreso di critiche come “il team kitegen è fermo perchè non vola”.

Il volo è certamente l’aspetto più visibile ed immaginifico (fin dalla mitologia greca ed anche prima) ma non l’unico di questa impresa:

Industrializzare un prototipo che possa sfruttare i venti di alta quota.

Buon volo KiteGen!

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